Si tratta di un disturbo per cui la persona teme, anzi, è convinta di avere una malattia e/o teme di essere contagiato e quindi ammalarsi. Va distinta dalla patofobia, situazione in cui la persona teme di morire a causa di una specifica malattia spesso fulminante (infarto, ictus ecc.). L’ipocondriaco non si fissa su una specifica malattia, ma ascolta e associa le sensazioni a differenti patologie: teme le sue sensazioni e nulla, diceva Eraclito, intimorisce di più l’uomo delle proprie sensazioni. Quando l’ascolto diventa estremo si arriva ad una ossessiva ricerca del dolore, cosicché ascolto e controllo conducono ad una vera e propria amplificazione somatosensoriale. Semplificando, ciò conduce ad un cambiamento nella percezione e di conseguenza intensità, frequenza e presenza dei sintomi aumentano e si amplificano.
In Terapia Breve Strategica, per comprendere al meglio il funzionamento di un problema, utilizziamo le tentate soluzioni, ovvero ciò che la persona mette in atto al fine di risolvere un problema. Nel caso dell’ipocondria, le tentate soluzioni tipiche sono:
tentativo di controllo dei sintomi, attraverso un ascolto ossessivo del proprio corpo. Si tratta di un controllo illusorio, poiché questa eccessiva attenzione che sfocia in una vera e propria ossessione, tant’è che l’ipocondriaco sente davvero dolore. Crea, con la sua convinzione, una profezia che si autoavvera. Chi cerca, trova e anzi crea;
ricerca di rassicurazioni tramite consulti medici, esami e/o ricorrere ad internet: l’ipocondriaco si sente rassicurato solo momentaneamente, dopodiché lo stress provocato da questo comportamento, conduce ad uno stress molto elevato. L’effetto sarà un abbassamento delle difese immunitarie e dunque a realizzare proprio ciò che temono (Nardone, 2013);
parlare del problema: se rassicura in un primo momento, l’effetto successivo sarà di un incremento nei dubbi e quindi della paura. La socializzazione di una paura, fa crescere la paura stessa a dismisura.
La Terapia Breve Strategica utilizza un protocollo d’intervento specifico per questa problematica, ma ovviamente adattata al caso nella sua unicità. Una delle manovre principali è il “check up ipocondriaco”, una sorta di appuntamento fisso con i propri sintomi che conduce a ritrovare il controllo perduto. Il protocollo risulta efficace nel 95% dei casi trattati e i primi miglioramenti sono riscontrabili già nelle prime sedute.