“Quando qualcuno che ami diventa un ricordo, quel ricordo diventa un tesoro” (Anonimo).
Il termine lutto deriva dal latino lungere, cioè piangere e di per sé non si tratta di uno stato patologico, anche se lo può diventare. Non esiste un tempo, il dolore decanta lentamente, ognuno lo vive in maniera soggettiva, ma esiste un modo per affrontarlo. La prima reazione è di stordimento, smarrimento, shock per poi lasciare spazio al dolore, così come alle reazioni del corpo (astenia, assenza di appetito ecc.). L’uomo è naturalmente predisposto ad affrontare il processo del lutto, ma senza dubbio questo non significa che il dolore sia meno intenso. L’elaborazione del lutto è un processo molto lento per il quale non esistono medicine che possano colmare il dolore per la scomparsa di una persona amata. Come afferma Massimo Recalcati “il lutto si configura come una reazione affettiva, emotiva ad una esperienza di perdita, una perdita che sconvolge, dissesta il modo di vedere il mondo”.
Questa esperienza ci ricorda quanto gli eventi siano per noi incontrollabili: avere accanto a noi persone che siano compassionevoli e dunque riescano a “essere con” noi è un aspetto importante. In questi casi, nessuna parola può consolare, ma come si dice, i gesti e la presenza valgono più di mille parole. Serve vicinanza e calore emotivo.
Ma come vivere questo processo, seguendo la fisiologia dell’uomo? Distarsi o cercare di evitare il dolore, non faranno altro che rallentare tale processo. Il primo aspetto da considerare, è quello di concedersi il dolore, per non esserne travolti ed uscire ancora più feriti. In particolare, risulta utile concedersi quotidianamente uno spazio dedicato alla sofferenza; questo consente alla ferita di iniziare, piano piano, a cicatrizzarsi. Ricordiamoci, che per superare un dolore è necessario toccare il fondo per poi risalire in superficie e questo vale per il lutto così come per altre forme di sofferenza.
In terapia breve strategica, si guida inoltre la persona a tenere in vita la persona amata, tramite un esercizio in grado di trasformare la perdita in nostalgia: si chiede di costruire una galleria di ricordi, immaginando dei quadri con la persona scomparsa, ripercorrendo tale galleria ogni sera prima di dormire. Rivivere i ricordi, consente infatti di emanciparsi dal dolore e portare sempre con noi la persona amata.
Bibliografia
Cagnoni F., Milanese R. (2009). Cambiare il passato. Ponte alle Grazie. Milano.
Nardone G., Selekman, D. (2011) Uscire dalla trappola. Ponte alle Grazie. Milano.